Sinner si arrende ad Alcaraz in finale al Roland Garros: decide il super tiebreak del 5° set, sprecati 3 match point. risultato: 6-4; 7-6; 4-6; 6-7; 6-7
- LaCasaEcologica
- 6 giorni fa
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PARIGI Non è stata una partita di tennis. È stata una vicenda di vita e di morte con momenti ultraterreni animata da un fenomeno italiano e da un prodigio spagnolo, che in cima a cinque ore e ventinove minuti di battaglia epocale — bisognerà stare attenti con i superlativi, da questa riga del pezzo in poi — ha avuto un grammo in più di forza per aggrapparsi all’esistenza, mentre l’altro, Jannik Sinner, naufragava in questo mare di terra rossa.
Carlos Alcaraz, quinto titolo Slam a 22 anni compiuti di fresco, si conferma campione del Roland Garros per il secondo anno consecutivo battendo il numero uno del mondo che va avanti due set, spreca tre match point sul 5-3 del terzo, si fa recuperare e crolla nel tie break del quinto, che a Parigi si gioca ai dieci punti e per lui, allo stremo delle energie, si rivela una traversata nel deserto drammatica (10-2). Finisce 4-6, 6-7, 6-4, 7-6, 7-6, cinque set durante i quali succede di tutto: sarà difficile riassumerne gli highlight per i colpi di scena, i ribaltamenti, le emozioni regalate da Sinner e Alcaraz, sempre più nemesi l’uno dell’altro — quinta sconfitta consecutiva di Jannik con lo spagnolo — sempre più saldati, sempre più componenti di una formula chimica che garantisce un’elettricità speciale e eccezionale a ogni loro sfida. Qui a Parigi, fin qui, la più indimenticabile.
Finisce, come spesso succede nel tennis, con lo sconfitto che mette a segno più punti del vincitore (193 a 192 per Sinner), con una girandola di break inedita per il tennis maschile, sia pure su terra: 7 palle break convertite su 15 per l’azzurro, 7 su 14 (50%) per lo spagnolo, nessuno dei due ha servito in modo speciale ma Alcaraz ha perforato con il kick Jannik in ogni snodo del match, ha una percentuale più alta di punti vinti sulla seconda (57%), ha il merito di aver sempre creduto alla rimonta, anche quando sembrava impossibile. Sulla coscienza di Sinner, come all’Open Usa 2022 quando ne sprecò due, rimangono quei tre match point rimasti appesi sul filo del destino nel momento in cui non bisognava avere pietà dell’avversario, per quanto nobile. Due errori in lunghezza e un dritto in rete hanno rimesso in corsa Alcaraz, che ha chiesto il sostegno del pubblico — ottenendolo — e ha cominciato a costruire, punto su punto, un’altra partita. Ma il ragazzo di Murcia, con i suoi alti e bassi e con le pause che l’immaturità gli impone di concedersi, ha davvero la magia nel braccio. Nel tie break del quinto set è decollato per l’iperuranio, lasciando sulle gambe un Sinner in riserva sparata, aggrappato al terreno come una stella alpina sotto la nevicata del secolo, però alla fine sommerso.
La finale del Roland Garros perduta, la prima Slam su quattro che non riesce ad annettersi, non toglie nulla alla grandezza di Jannik Sinner. Che rimane numero uno del mondo, rinuncia al sogno indecente del Grande Slam nel 2025 e punta i fari su Wimbledon, dove la sfida sull’erba sarà sempre tra questi due tennisti piovuti dal cielo. «Che partita, Carlos» — ha la forza di sorridere Jannik, elegante anche nella sconfitta — «L’hai meritata. È stato più facile giocare che fare questo discorso… Ho dato tutto, solo pochi mesi fa avrei firmato per essere in finale a Parigi, adesso è difficile da digerire ma va bene così, andiamo avanti». Alcaraz gli restituisce i complimenti, che sono sinceri: «Sarai campione di questo torneo non una, ma molte volte. È un privilegio dividere il campo con te, il tuo tennis è stratosferico».
Il privilegio è nostro. Aver assistito a questo spettacolo a tratti sovrannaturale è stato commovente come assistere al passaggio in cielo di una cometa. Anzi, due.
Fonte Corriere Della Sera
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